Fondazione con il Sud, attraverso il contributo per il contrasto dello sfruttamento dei lavoratori stranieri, intende sostenere progetti di contrasto e prevenzione di sfruttamento e caporalato in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, favorendo azioni di contrasto dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento di lavoratori stranieri e promuovendo il lavoro regolare come strumento di integrazione sociale. In particolare, il bando è rivolto ai lavoratori stranieri nei settori agricolo, industriale (es. edilizia, comparto tessile) e terziario (es. consegne domiciliari, lavoro domestico, settore della ricettività, trasporti, logistica).
L’iniziativa intende cofinanziare progetti che prevedano la presa in carico dei lavoratori stranieri in stato di bisogno e di sfruttamento e delle loro famiglie e favorire l’inclusione sociale e la transizione verso forme di lavoro dignitose.
Come funziona il contributo per il contrasto dello sfruttamento dei lavoratori stranieri
Il Bando promuove progetti nelle regioni del Sud Italia che prevedono azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno dello sfruttamento lavorativo attraverso percorsi di protezione e assistenza per favorire l’autonomia e l’integrazione sociale ai lavoratori stranieri.
I progetti devono prevedere:
- servizi di prima assistenza sanitaria (attraverso il re-indirizzamento ai servizi presenti sul territorio) e di orientamento socio-legale (es. servizio di consulenza sui permessi di soggiorno, controllo e denuncia di contratti irregolari, etc.);
- percorsi formativi e di conoscenza dei diritti (diritti e sicurezza sul lavoro, alfabetizzazione finanziaria, educazione digitale, formazione linguistica, etc.);
- azioni di accompagnamento e orientamento al lavoro (corsi professionalizzanti, percorsi di autoimprenditorialità, etc.);
- adeguate condizioni di accesso e trasporto ai luoghi di lavoro;
- soluzioni abitative dignitose, anche attraverso attività di intermediazione sociale e l’avvio di esperienze di inserimento abitativo in contesti adeguati alle esigenze dei lavoratori;
- capacità di mutuo-aiuto comunitario e di auto-organizzazione dei lavoratori di origine straniera, attraverso l’attivazione di percorsi di leadership ed empowerment o l’avvio di esperienze associative;
- spazi di socialità, ristoro e condivisione anche con l’obiettivo di rafforzare i rapporti di fiducia, convivenza e vicinato tra persone di culture diverse e aumentarne il legame con il territorio;
- azioni di sensibilizzazione e orientamento al lavoro legale per le aziende del territorio;
- reti territoriali di supporto fondate sulla legalità e sulla dignità del lavoro che coinvolgano terzo settore, amministrazioni locali, organizzazioni sindacali, aziende, etc;
- azioni di pressione e advocacy in grado di incidere sulle politiche locali e nazionali in tema di contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo e di creare alternative etiche all’offerta esistente (filiere produttive etiche, piattaforme etiche, etc.).
I proponenti potranno richiedere un contributo da parte della Fondazione non superiore a €500.000 e dovranno prevedere una quota di co-finanziamento, costituita interamente da risorse finanziarie, pari ad almeno il 20% del costo complessivo del progetto. I progetti dovranno prevedere una durata complessiva non inferiore ai 36 mesi e non superiore ai 48 mesi.
A chi è rivolto il contributo per il contrasto dello sfruttamento dei lavoratori stranieri
Il soggetto responsabile, oltre ad avere sede in una regione del Sud Italia, deve essere, da almeno due anni, un’organizzazione senza scopo di lucro nella forma di:
- associazione (riconosciuta o non riconosciuta);
- cooperativa sociale o loro consorzi;
- ente ecclesiastico;
- fondazione;
- impresa sociale.
Ogni partenariato, oltre al soggetto responsabile, dovrà includere come minimo due ulteriori soggetti, di cui almeno uno appartenente al Terzo settore.
Gli altri soggetti della partnership potranno appartenere, oltre che al mondo del terzo settore, anche a quello delle istituzioni, dell’università, della ricerca e al mondo economico. La quota di contributo da parte degli enti del Terzo settore non dovrà comunque essere inferiore al 65%.
Quando e come presentare la domanda
I progetti devono essere presentati esclusivamente on line entro, e non oltre, le ore 13:00 del 17 settembre 2021 e devono comprendere i seguenti documenti:
- atto costitutivo;
- i bilanci (o rendiconti finanziari) approvati del soggetto responsabile relativi agli esercizi 2019 e 2020;
- in caso di sola sede operativa nel territorio di intervento del progetto, documentazione ufficiale che dimostri l’operatività precedente alla data di pubblicazione del bando;
- i curriculum vitae delle figure di responsabilità con adeguate esperienze e competenze nel coordinamento generale, monitoraggio tecnico, rendicontazione finanziaria e nella comunicazione;
- solo nel caso in cui nel budget della proposta di progetto siano inseriti costi per interventi di riqualificazione o ristrutturazione di beni immobili, il progetto di fattibilità tecnica ed economica delle strutture e degli impianti, redatto e firmato da un tecnico professionista, che definisca in modo accurato tutti i costi legati agli eventuali interventi di ristrutturazione e di adeguamento proposti sul bene oggetto di intervento.
Il contributo della Fondazione verrà erogato in quattro fasi:
- anticipo, pari al 30% del contributo assegnato;
- acconto in due diverse tranche non superiori al 20% del contributo assegnato ciascuna, previa presentazione di apposita rendicontazione. Qualora espressamente richiesto dal soggetto responsabile, sarà possibile concordare la liquidazione dell’acconto in un’unica tranche non superiore al 35% del contributo assegnato;
- saldo, sulla base delle spese effettivamente sostenute e quietanzate.