Decreto liquidità 2020 spiegato nel dettaglio ai tempi del COVID19

Decreto liquidità 2020.

Cos’è il Decreto Liquidità? In cosa consiste e a chi è rivolto?

Il Decreto Liquidità imprese o decreto salva imprese è una misura (urgente) studiata dal Governo “in materia di accesso al credito ma riguarda anche rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica) che fa parte del pacchetto economico per fronteggiare la pesantissima crisi causata dall’emergenza Coronavirus. Occorre precisare che il decreto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e comunque, occorrerà poi attendere il decreto attuativo. Si tratta di una immissione di liquidità attraverso finanziamenti erogati da Banche e altri intermediatori finanziari alle imprese e ai liberi professionisti con P.Iva che abbiano conseguito perdite a seguito dell’epidemia da Covid 19. Tali finanziamenti sono coperti, interamente o parzialmente, da GARANZIE PUBBLICHE. In sintesi lo Stato fà da garante circa la restituzione delle somme. L’intenzione è quella di mettere a disposizione delle imprese che hanno subito perdite per l’epidemia COVID 19, le somme necessarie (a almeno una parte) cercando di bypassare la burocrazia e di farlo in tempi brevi. Le banche a loro volta, sono tutelate dalla garanzia Pubblica che in certe situazione arriverà a coprire sino al 100% del finanziamento.

Quanto si potrà chiedere? Quali sono le condizioni per accedere al Decreto Liquidità?

Diciamo che le garanzie possono pervenire da SACE spa e per le PMI dallo Speciale Fondo Centrale di Garanzia.  La misura più semplice riguarda finanziamenti sino a 25.000 euro con copertura di garanzia al 100%, e senza procedura di valutazione da parte della banca per un importo massimo di 25.000 euro e comunque per un importo non superiore al 25% dei ricavi che scaturiscono dal Bilancio o dalla ultima dichiarazione dei redditi. Lo scopo è quello di erogare liquidità ne più breve tempo possibile. Invece, per le imprese con ricavi fino a 3,2 milioni di euro, la garanzia concessa dal Fondo al 90% può essere cumulata con un’altra garanzia di un terzo soggetto, per ottenere prestiti con una garanzia del 100% su finanziamenti di importo massimo di 800.000 euro (e comunque non superiori al 25% dei ricavi del beneficiario). La copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi. L’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda. Occorre ricordarsi che con tutta probabilità bisognerà fornire documentazione che attesti l’effettivo danno subito dall’azienda o dal professionista in termini di riduzioni del fatturato, probabilmente con autocertificazione.

Quale sarà la durata del finanziamento?

Il finanziamento dovrebbe avere una durata massima di 72 mesi mentre il rimborso del capitale non decorre prima di 18 mesi dall’erogazione del prestito.

Considerato che si tratta di un finanziamento e non di un contributo, come dovrebbero muoversi le aziende?

Premesso che si tratta di una operazione assolutamente necessaria allo scopo di mettere le imprese e i professionisti nelle condizioni di far fronte ai propri impegni quali pagare i fornitori, gli stipendi, al fine di evitare l’innescarsi di una catena di mancati pagamenti che porterebbe ad un altro disastro. Ma bisogna essere consapevoli che si tratta di un finanziamento e non di un contributo. Per cui massima prudenza nell’utilizzo attraverso la programmazione dei flussi di cassa.

Cosa si consiglia al riguardo? Come andrebbero utilizzati questi finanziamenti?

Utilizzarli in primis per il fine per il quale sono stati erogati e quindi per pagare i fornitori, i dipendenti, gli F24 arretrati, gli affitti; ma anche accantonarli per reinvestirli

Questo finanziamento puo’ riguardare anche coloro che vogliono avviare un’attività quando tutto tornerà alla normalità?

Certo che no. E soprattutto quando TORNEREMO alla normalità?

Per quelli che si vogliono mettere in proprio esistono altre forme di finanziamento a Bando, come il Microcredito e resto al Sud ad esempio. In questo portale è possibile scoprire tutti i bandi attivi.

Cosa consiglia a chi vuole mettersi in proprio?

Occorre in primis entrare nell’ottica che dovremo cambiare abitudini, modi di vivere e quindi anche modi di fare Business. Se prima ad esempio il settore food e drink era gettonatissimo, ora che ne è stato gravemente colpito, difficilmente avrà subito lo stesso appeal. Io penso che la prima cosa da fare sia guardare avanti, capire cosa il mercato richiede e i bisogni dei potenziali consumatori da soddisfare. Ma soprattutto ci vogliono competenze, e dove queste mandano occorre cercarle in processi di formazione o tramite la ricerca di nuovi soci.

In cosa dovrebbero investire le aziende, indipendentemente da questo finanziamento?

Dovranno investire nella propria azienda nella digitalizzazione e nella comunicazione. Innovazione, tecnologie digitali e e-commerce sono sicuramente quelle che mi sento di consigliare anche perchè risulta più facile trovare agevolazioni. Inoltre questo è  il momento giusto per rimettersi in gioco e pensare a un’alternativa digitalizzando  la tua azienda; vendendo prodotti tramite  l’e-commerce,  lavorando con il delivery.

Video intervista con Rag. Mattana – Consulente Aziendale e Piras Walter – CEO Atlas Software srl.

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